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Metaverso

Metaverso: cos’è, storia, definizione

  • Febbraio 1, 2022
  • 11 min read
Metaverso: cos’è, storia, definizione

La parola “metaverso” è stata introdotta per la prima volta all’inizio degli anni Novanta, nel mondo cyberpunk, ma non è mai stata utilizzata così tanto come negli ultimi tempi. Il merito – o la colpa, a seconda dei punti di vista – è di Facebook, che ha deciso di utilizzare questo concetto per fare riferimento a quella che viene considerata l’evoluzione di Internet. La Rete come la conosciamo fino a questo momento è dunque destinata a sparire? Non è detto, e comunque una risposta certa non si può dare, anche perché le questioni aperte a proposito del metaverso sono ancora molte.

Una definizione del metaverso

Non è così semplice riuscire a fornire una definizione precisa e univoca del metaverso, che comunque può essere considerato come una serie di mondi reali e virtuali connessi gli uni con gli altri, dove i protagonisti non sono persone in carne ed ossa ma degli avatar. Si parla molto di metaverso da quando Facebook ha scelto di chiamare la holding del gruppo Meta: Meta controlla, quindi, non solo la piattaforma di Facebook, ma anche gli Oculos, il servizio di messaggistica istantanea di Whatsapp e il social network Instagram. Meta ha intrapreso un progetto omonimo che, però, allo stato attuale non è chiaro. Dopo l’annuncio di Facebook, è scesa in campo Microsoft, che ha reso nota l’integrazione del metaverso all’interno della piattaforma Teams. Ciò avviene tramite Mash, una funzionalità che consente agli utenti di realizzare un avatar attraverso il quale prendere parte alle riunioni di lavoro.

Metaverso, un’avventura lunga 30 anni

È stato nel 1992 che, per la prima volta, è stata usata la parola metaverso. Lo ha fatto Neal Stephenson in Snow Crash, un libro che rientra a pieno diritto nella categoria dei titoli di riferimento della cultura cyberpunk. Crash al tempo identificava il metaverso come una specie di realtà virtuale, in cui si è rappresentati da un avatar in tre dimensioni: una realtà condivisa attraverso Internet. La risoluzione degli avatar rappresenta la differenza tra i ceti sociali, poiché ne scaturisce la possibilità di frequentare luoghi esclusivi.

Un processo continuo

Quindi non è stato Mark Zuckerberg a inventare il concetto di metaverso. Sì, è opportuno ribadire che quello di metaverso è un concetto, non un prodotto o una tecnologia. Si tratta, piuttosto, di un processo che deriva dalla convergenza digitale che è iniziata negli anni Novanta, con un legame stretto con il pensiero moderno. Se è vero che non si può definire con previsione il metaverso, è altrettanto vero che lo si può classificare come il futuro di Internet: una evoluzione rispetto alla realtà virtuale, che consiste in una serie di spazi vuoti dove ci sono gli avatar.

L’ingresso nel metaverso

Chiunque abbia interesse a entrare nel metaverso ha la possibilità di farlo: per accedere, infatti, non c’è bisogno di avere particolari abilità in ambito informatico. Per accedere al metaverso c’è bisogno di una connessione a Internet, grazie a cui è possibile interagire con il web, e un dispositivo che sia connesso a Internet: un pc, uno smartphone o un tablet. Dopodiché si può già creare un account usando una delle piattaforme del metaverso, e se lo si desidera si può anche impiegare un visore di realtà aumentata, grazie a cui l’esperienza risulta ancora più immersiva.

La neutralità del metaverso

Gli esperti e gli addetti ai lavori si domandano se la realtà virtuale e il metaverso potranno essere considerati degli ambienti neutri. Il web quando è nato lo era, ma adesso è difficile affermare che lo sia ancora. Ci si chiede, poi, se il metaverso accoglierà tutto e tutti, o se invece non verrà eseguita una selezione alla fonte. Le necessità e i bisogni degli individui saranno supportati o no dall’algoretica? Anche a questo interrogativo non è possibile, allo stato attuale, fornire una risposta.

Lo smart working

Nel novero delle possibili applicazioni del metaverso non si può non prendere in considerazione lo smart working. Il cosiddetto lavoro agile, infatti, insieme con le tecnologie dell’identità in costante evoluzione e le call conference sono soluzioni di comunicazione e tecnologie che ormai sono entrate a far parte della vita di molti e che vengono sintetizzate in modo efficace nella virtualità. Il mercato accoglie diversi grandi player, che si sono già dati da fare per mettere a disposizione prodotti e scenari destinati sia ai cittadini privati che alle imprese. Qualora il metaverso dovesse avere successo, è probabile che ciò avverrà anche grazie all’office automation, un po’ come è accaduto per il web.

Il rapporto tra il metaverso e il web

È abbastanza chiaro che la realtà virtuale non prenderà il posto del world wide web. In effetti, una delle sfide più significative per il metaverso è rappresentata dall’interoperabilità fra i due mondi, e quindi fra le piattaforme che ne fanno parte. Questo aspetto può essere ritenuto la killer applicazione grazie a cui il paradigma del metaverso inizierà a essere adottato come è avvenuto nel caso del web. Questa sembra essere l’occasione giusta per lasciarsi indietro la semplice automazione e preferire una prospettiva più a vasto raggio, in modo che la trasformazione digitale possa essere integrata in una società intelligente che preveda l’adozione di paradigmi nuovi e inclusi a tutti i livelli, sia in ambito culturale che dal punto di vista economico e sociale: paradigmi che, fra l’altro, mettano l’uomo al centro. Le diverse realtà possono essere colte unicamente con una visione olistica.

La cybergeografia

Per capire più da vicino il metaverso è necessario fare riferimento anche al concetto di cybergeografia, una realtà che include una lunga serie di fenomeno geografici: per esempio i mondi virtuali sociali e lo studio della demografia, dei flussi di traffico e dell’infrastruttura fisica delle comunità nuove del cyberspazio. Per capire quale impatto potrebbero avere le tecnologie del cyberspazio rispetto al mondo reale è fondamentale analizzare il modo in cui i nuovi spazi digitali verranno visualizzati e percepiti. Questo è il motivo per il quale occorre esplorare la geografia del metaverso. L’interoperabilità e la convergenza, in ogni caso, rimangono essenziali per evitare di ritrovarsi alle prese con isole, realtà autonome – riguardanti per esempio la proprietà intellettuale, le criptovalute o l’economia reale – che non hanno niente a che vedere le une con le altre e che sono regolate ognuna da leggi proprie. Una parcellizzazione di questo tipo avrebbe ripercussioni sul mercato, che è il fondamento dello sviluppo di ogni società. Non si potrà parlare di un metaverso realmente compiuto fino a quando non esisteranno regole identiche per tutti per la tutela dei diritti matrimoniali e non esisterà un portafoglio che possa essere speso in tutti gli ambienti del metaverso. Ecco perché serviranno anche sistemi di cambio condivisi e consolidati.

Quali caratteristiche deve avere il metaverso

Il metaverso è una specie di Internet del futuro, e in quanto tale non può non essere persistente. Vuol dire che non si può riavviare né resettare, così come non si può scollegare. In qualunque momento e in qualunque luogo, tutti potranno entrare a far parte di questo universo, che con il passare del tempo cambierà – si spera in meglio – per effetto del contributo che verrà garantito da chi ne fruisce. L’immersività è un’altra peculiarità molto importante del metaverso, insieme con la decentralizzazione. In altre parole, questo mondo non deve appartenere a una sola piattaforma o a una specifica azienda. Un esempio in tal senso proviene da The Sandbox, una piattaforma digitale che ha molte caratteristiche che si avvicinano a quelle del metaverso e che ha deciso di utilizzare la blockchain, in modo che tutto possa essere tracciato in maniera pubblica. Per la costruzione di questa importante innovazione tecnologica, la realtà aumentata e quella virtuale saranno molto importanti, e contribuiranno a migliorarla nel tempo, fino a stimolare non solo la vista e l’udito, ma anche gli altri sensi.

Il metaverso nel mondo della cultura

Quella del metaverso per altro non è una novità dei tempi recenti. Al 1984, per esempio, risale la pubblicazione del romanzo di William Gibson Neuromante, in cui si faceva riferimento al cyber spazio. Quindici anni più tardi il mondo del cinema è stato rivoluzionato dalla trama di Matrix: chiunque abbia visto quel film non può non trovare delle similitudini fra la Matrice e una versione del metaverso decisamente all’avanguardia. E come dimenticare Second Life? Nato nel 2003, esiste ancora: è stata la prima piattaforma virtuale a consentire una “seconda vita”, appunto, attraverso la creazione di avatar. Tutto questo per dire che il desiderio di un universo virtuale, e in un certo senso parallelo a quello reale in cui ci troviamo, è vivo da tempo. Certo, qualcuno potrebbe essere terrorizzato dall’ipotesi che il digitale finisca per dominare e stravolga le nostre esistenze.

Fra quanto tempo vivremo nel metaverso?

Vien da chiedersi anche quanto tempo si debba ancora attendere prima di poter sperimentare il metaverso che abbiamo descritto nelle righe precedenti. Beh, non è una cosa che potrà avvenire dall’oggi al domani, e sarà indispensabile armarsi di una buona dosa di pazienza. Qualche anno, forse addirittura dieci: per il momento ci sono ancora un sacco di difficoltà contro cui combattere, sia di natura tecnica che di carattere economico. Senza trascurare le inevitabili resistenze sociali.

Accedere al metaverso: ecco come si fa

Per entrare all’interno del metaverso serve, in primo luogo, una connessione a Internet che sia il più possibile veloce e stabile. Inoltre occorre un computer, meglio se in grado di garantire performance elevate, per prevenire eventuali rallentamenti o veri e propri bug a causa dei quali l’esperienza che si vivrà finirebbe per risultare meno gradevole del previsto. Se si possiede un visore Oculus per la realtà virtuale, ovviamente, vale la pena di utilizzarlo. Anche se non si tratta di un requisito essenziale, di certo è destinato a migliorare l’esperienza all’interno del metaverso.

Che cosa si può fare nel metaverso

Dopo che ci si è procurati tutto il necessario per concedersi un giro nel metaverso, non rimane altro da fare che scegliere quale piattaforma utilizzare. A questo punto è necessario costruire l’avatar da cui si vuol essere rappresentati nel mondo virtuale, e poi si può iniziare ad agire. Le attività che si possono svolgere variano in base alla piattaforma che si decide di utilizzare. Per prendere dimestichezza con il metaverso si può cominciare a vagare fra i vari scenari, per poi instaurare delle interazioni con gli altri utenti o divertirsi con i giochi a disposizione. Per accedere al metaverso è indispensabile anche possedere un portafogli di monete digitali, il cosiddetto cryptowallet. Se non se ne possiede uno, procurarselo e aprirlo è semplice, e richiede davvero poco tempo.

I mondi virtuali del metaverso

Al momento, sono due le piattaforme più importanti che è possibile usare per entrare nel metaverso, vale a dire The Sandbox Game e Decentraland. Quest’ultimo si presenta come un mondo virtuale in 3 dimensioni che funziona grazie alla blockchain di Ethereum. Gli avatar degli utenti hanno l’opportunità non solo di giocare, ma anche di cimentarsi in esplorazione e di prendere parte a vari tipi di compravendite. La creatività è una dote essenziale per vivere al massimo questa esperienza, visto che ogni utente è chiamato a costruire da sé scenari nuovi in cui agire. Non è molto diverso The Sandbox Game, dove gli utenti operano e si spostano fra luoghi che possono essere esplorati e posti da comprare. La blockchain di Ethereum è presente anche in questo caso, e tutti gli oggetti che si possono usare sono ritenuti degli NFT, vale a dire dei Non Fungible Token, da scambiare, acquistare o vendere. Come dire che in questo particolare metaverso non c’è niente che non sia in vendita.

Un ecosistema complesso

Come si può dedurre da ciò che si è detto fino a questo momento, quello del metaverso è un ecosistema caratterizzato da un livello di complessità molto elevato, anche per il modo in cui è strutturato. Per la sua nascita vera e propria c’è bisogno della collaborazione coordinata di tante aziende, ed è questo il motivo per il quale si prospetta un periodo di incubazione non breve prima della messa a punto e della comparsa ufficiale di questo universo virtuale. Eppure, chi è impaziente già ora può accedere ai precursori del metaverso e tentare di compiere i passi iniziali. Il primo impatto potrebbe essere straniante, ma in men che non si dica si acquisirà dimestichezza con questo mondo nuovo. D’altro canto il metaverso non è altro che una serie di ambienti virtuali in cui ci si può dedicare a tante attività diverse: in solitaria, ovviamente, ma anche con altri utenti da cui magari si è fisicamente distanti decine di migliaia di chilometri. Per quel che riguarda il tipo di attività in cui cimentarsi, invece, non si ha che l’imbarazzo della scelta, a seconda che si abbia voglia o bisogno di lavorare, di fare acquisti o di giocare.

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