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Blockchain

Cos’è uno smart contract: a cosa servono, caratteristiche e valore

  • Febbraio 22, 2022
  • 7 min read
Cos’è uno smart contract: a cosa servono, caratteristiche e valore

Al pari di ogni altro tipo di contratto, anche gli smart contract hanno la finalità di regolare un accordo tra le parti in riferimento alle condizioni e ai termini che devono essere rispettati in merito. La differenza più significativa rispetto a quel che succede con un contratto tradizionale, però, sta nel fatto che i termini di uno smart contract sono eseguiti a partire da un codice programmato su una catena di blocchi (blockchain) come Ethereum. Gli smart contract sono contratti intelligenti: ma perché sono intelligenti? Il fatto è che le condizioni non vengono indicate su un foglio di carta che viene custodito da un notaio, ma sono specificate in forma di codice. Attraverso uno smart contract vengono specificate ed eseguite le condizioni di un accordo che coinvolge più parti.

A che cosa servono gli smart contract

Gli sviluppatori che ricorrono agli smart contract hanno la possibilità di realizzare delle app che garantiscono non solo le caratteristiche di accessibilità, ma anche gli alti standard di affidabilità e di sicurezza che sono tipici della blockchain. Ne derivano funzionalità avanzate peer to peer che includono i giochi, la logistica e i servizi relativi alle assicurazioni e ai prestiti, sia per la richiesta che per la concessione degli stessi. In pratica con gli smart contract il concetto di fondo che sta alla base dei bitcoin viene esteso: si tratta di spedire e di ricevere dei soldi senza che vi sia la necessità di un intermediario di fiducia, come per esempio un istituto di credito. La sicurezza dei contratti intelligenti deriva proprio dal fatto che essi sono eseguiti su una catena di blocchi, e ciò è anche sinonimo di accessibilità e di affidabilità. La decentralizzazione e l’automazione sono sicure per tutte le tipologie di transazioni che vengono effettuate, a prescindere dal grado di complessità.

Il valore degli smart contract

Le applicazioni che si fondano sui contratti intelligenti spesso vengono indicate come dapps, o applicazioni decentralizzate. Esse comprendono programmi di finanza decentralizzata (la cosiddetta DeFi), il cui obiettivo è quello di rivoluzionare il settore delle banche. I titolari di criptomoneta, attraverso le app di finanza decentralizzata, hanno la possibilità di svolgere una vasta gamma di attività, come per esempio la gestione del risparmio, l’esecuzione di transazioni finanziarie caratterizzate da un alto livello di complessità, la concessione di prestiti o la sottoscrizione di una polizza assicurativa. Questo può avvenire in qualunque parte del mondo e, soprattutto, senza che vi sia l’obbligo di versare una commissione a un istituto finanziario o a una banca.

Token e app decentralizzati

Gli sviluppatori grazie agli smart contract hanno l’opportunità di realizzare una vasta gamma di token decentralizzati e app. Questi strumenti possono essere usati in tutti i settori, come per esempio i giochi e i nuovi strumenti della finanza decentralizzata, e – al pari di tutte le altre transazioni in criptomoneta – vengono memorizzati in una catena di blocchi. Dopo che alla blockchain è stata aggiunta un’app per smart contract, questa di solito non si può modificare o eliminare. Ci sono, comunque, delle eccezioni da questo punto di vista.

Le app più comuni fondate su smart contract

USDC è una delle applicazioni più diffuse fra tutte quelle che sono fondate sugli smart contract. Si tratta di una criptomoneta ancorata al dollaro americano attraverso contratti intelligenti. L’USDC rientra in una recente categoria di criptovaluta a cui è stato attribuito il nome stablecoin, e viene scambiata con il dollaro americano secondo un rapporto di 1 a 1. Compound, invece, è una piattaforma che si basa sugli smart contract per permettere a chi investe di guadagnare sugli interessi e a chi richiede un prestito di ottenerlo in maniera istantanea, visto che non serve l’intermediazione da parte di una banca. Ancora, vale la pena di citare Uniswap, che si propone come una piattaforma di negoziazione decentralizzata per mezzo della quale gli utenti, usando gli smart contract, hanno la possibilità di scambiare diverse tipologie di moneta digitale, anche in questo caso senza intermediazione di terze parti e, in particolare, senza che i tassi di cambio vengono decisi da un’autorità centrale.

Guida all’uso degli smart contract

Lo scambio di valute nel sistema finanziario classico presuppone un notevole dispendio di tempo ed è molto oneroso dal punto di vista economico. Per di più, prestare dei soldi a sconosciuti che magari si trovano a decine di migliaia di chilometri di distanza è decisamente poco sicuro, oltre che per niente facile. Ebbene, tutti questi problemi vengono risolti dagli smart contract, che per di più vantano anche molte altre potenzialità. Ma che cosa bisogna fare per usare uno strumento che si fonda su uno smart contract. Se, per esempio, si è in possesso di un certo numero di ethereum e si ha intenzione di scambiarli con degli USDC, è possibile fare riferimento a Uniswap in modo che, attraverso gli smart contract, non solo possa essere trovato il tasso di cambio più conveniente in automatico, ma si possa anche effettuare la transazione così da ricevere gli USDC. Oppure, si può usare Compound per dare in prestito a un altro soggetto quegli stessi USDC. In questo caso si ottiene una remunerazione il cui tasso di interesse viene calcolato per mezzo di algoritmi, e – vale la pena di ribadirlo ancora una volta – non occorre la presenza di un istituto finanziario, come per esempio una banca, che faccia da intermediario.

Ethereum, ma non solo: le altre piattaforme

Ethereum allo stato attuale è la più comune piattaforma di contratti intelligenti, ma in realtà gli smart contract possono essere eseguiti anche da parecchie altre blockchain per criptomonete, come per esempio Algorand, Polkadot e Tron, ma anche Tezos e Neo, senza dimenticare EOS. Il fatto è che, grazie alla trasparenza di un codice che si può verificare in qualunque momento pubblicamente, in teoria tutti hanno la possibilità di creare un contratto intelligente e di distribuirlo su una catena di blocchi. Tutti i partecipanti possono conoscere la logica che sta alla base di uno smart contract nel momento in cui vengono ricevute delle risorse digitali. Ai fini dell’esecuzione di un contratto intelligente sulla rete Ethereum, comunque, occorre versare una commissione, che è stata chiamata gas perché la blockchain può funzionare solo grazie alle commissioni.

Le caratteristiche degli smart contract

Sono tanti i linguaggi di programmazione con cui gli smart contract possono essere scritti: fra gli altri, meritano di essere citati Michelson, Web Assembly e Solidity. Il codice di tutti i contratti intelligenti, per quanto concerne la rete Ethereum, è memorizzato sulla catena di blocchi. Tutti i partecipanti hanno la possibilità di esaminarlo, verificando il suo stato attuale per controllare la sua funzionalità. Nel momento in cui un utente invia fondi a un contratto intelligente, tutti i nodi della rete eseguono il suo codice, in modo che si possa arrivare a un consenso a proposito del flusso di valore che ne scaturisce e dell’esito. È tale meccanismo che fa sì che gli smart contract possano essere eseguiti in maniera sicura, anche in mancanza di un’autorità centrale, perfino quando le transazioni in cui si impegnano gli utenti sono caratterizzate da un elevato livello di complessità e presuppongono il coinvolgimento di entità poco note.

I nodi della rete e la modifica degli smart contract

I computer che fanno parte della rete sono chiamati nodi, e hanno il compito di memorizzare non solo i dati relativi alle transazioni, ma anche una copia di ogni contratto intelligente che esistente e una copia dello stato attuale nella catena di blocchi. I contratti intelligenti, di solito, dopo che sono stati distribuiti sulla blockchain non si possono modificare più: nemmeno chi li ha creati può farlo. Perché avviene questo? Lo scopo è quello di fare in modo che il processo non possa essere interrotto e che, di conseguenza, possa essere ritenuto a prova di censura. Va detto, tuttavia, che ci sono alcune eccezioni da questo punto di vista.

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