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Criptovalute

Criptovalute: cosa sono e perché stanno rivoluzionando il mondo della finanza

  • Febbraio 22, 2022
  • 12 min read
Criptovalute: cosa sono e perché stanno rivoluzionando il mondo della finanza

Si parla quasi sempre di Bitcoin, ma in realtà di criptovalute in circolazione attualmente ce ne sono più o meno 6mila, a dimostrazione di come questo settore sia in costante evoluzione e, soprattutto, in rapida crescita. È ormai da diversi anni che le monete digitali hanno fatto capolino sul mercato, generando una piccola grande rivoluzione in ambito finanziario, soprattutto per ciò che concerne l’applicazione delle tecnologie digitali. Oltre a Bitcoin, altre monete virtuali molto conosciute sono Litcoin ed Ethereum; ognuna di queste offre benefici, ma anche rischi di cui è bene essere consapevoli per una fruizione informata e corretta.

Le caratteristiche delle monete digitali

Ma per quale motivo le monete virtuali sono cripto, cioè nascoste? Il fatto è che esse sono visibili, e quindi possono essere usate, unicamente se si conosce uno specifico codice informatico. I Bitcoin non esistono in formato cartaceo o metallico, ma sono – appunto – virtuali: questo vuol dire che possono essere prodotti solo in modalità telematica, e in modalità telematica si possono scambiare. In che modo? Nel momento in cui sussiste il consenso di coloro che prendono parte a una transazione, lo scambio avviene in modalità peer to peer. Si tratta, cioè, di uno scambio che avviene in maniera diretta, senza intermediari, come se si avesse a che fare con una moneta a corso legale. Le criptovalute possono essere usate per l’acquisto di servizi o beni e possono essere bidirezionali, unidirezionali o chiuse, a seconda che possano o meno essere scambiate con le monete ufficiali.

Guida all’uso delle criptomonete

Il Bitcoin, per esempio, è una criptovaluta bidirezionale, dal momento che può essere scambiata con le più importanti monete ufficiali (e, ovviamente, si può fare anche l’opposto). La maggior parte delle monete virtuali si basa sulla tecnologia blockchain, la quale adopera una rete decentralizzata allo scopo di registrare le transazioni che vengono eseguite e di approvarle. In virtù di tale tecnologia, non è per niente semplice alterare i dati delle transazioni dopo che questi sono stati introdotti nel sistema: il che è, evidentemente, una garanzia di sicurezza.

Che cosa cambia tra una moneta legale e una moneta virtuale

In nessun Paese del mondo le criptovalute hanno corso legale, e questo significa che si può decidere di accettarle come strumento di pagamento semplicemente su base volontaria. Non ci sono enti centrali governativi che regolano le monete virtuali, le quali di solito vengono emesse dall’ente che le genera e poi controllate sulla base di regola specifiche. Quindi, ogni componente della comunità di riferimento sceglie di rispettare queste regole. Va detto, comunque, che alcuni Paesi hanno provato a sperimentare l’uso delle criptovalute, sempre in maniera controllata: è il caso dell’Uruguay, per esempio, che ha fatto ricorso all’e-peso. Anche il Venezuela si è buttato in questa avventura con il Petro, ma non ci sono molte altre informazioni in merito. La Svezia e l’Estonia sono altri due Paesi che stanno dandosi da fare da questo punto di vista, e il Giappone ha reso noto che entro la fine di quest’anno proporrà una moneta virtuale sul mercato.

Come si usano e a cosa servono le criptovalute

Le monete a corso legale rivestono diverse funzioni: ovviamente sono un mezzo di pagamento, ma sono anche unità di conto e fungono da deposito di valore. Di certo le monete digitali non possono essere considerate unità di conto, a causa della loro volatilità molto elevata. Infatti, i prezzi di tutte le più importanti monete virtuali sono esposti a variazioni davvero importanti, a volte anche nel corso di una stessa giornata. Di conseguenza è impossibile, e comunque non efficiente, prezzare in unità di criptovalute i servizi e i beni. Allora si possono usare le criptomonete come riserva di valore? A tal proposito è bene sapere che il valore delle criptomonete crescerà tanto più quanto più esse verranno impiegate per pagare i servizi e i beni. Infatti, è ridotta la quantità di unità di criptovaluta che si possono creare. In altre parole, non solo la produzione di nuova valuta digitale è limitata, ma in più essa è destinata a diminuire con il passare del tempo. Ecco spiegato il motivo per il quale il valore delle monete digitali è destinato ad aumentare con l’aumentare del numero di transazioni che verranno regolate con il loro utilizzo. Di certo il Bitcoin e le altre monete virtuali non svolgono una funzione d’uso (a differenza dell’oro, per esempio) e dunque non rappresentano una moneta merce. Quel che non si può escludere, e che anzi è abbastanza probabile, è che in un futuro non troppo lontano le criptovalute rivestano una funzione di scambio.

L’acquisto e l’emissione delle monete virtuali

Dopo che le valute digitali sono state emesse, è possibile venderle o comprarle su una exchange platform, vale a dire una piattaforma di scambio, attraverso dollari, euro o altre monete a corso legale. Allo stato attuale, le exchange platform che consentono di vendere e di comprare le monete virtuali non sono soggette a regolamentazione: usarle, quindi, è rischioso, poiché in caso di fallimento o nell’ipotesi di un contenzioso non si potrebbe beneficiare di una specifica tutela legale. Per quel che riguarda l’emissione delle monete digitali, invece, in teoria essa può essere eseguita da chiunque, ed è per questa ragione che nello stesso momento possono circolare migliaia di criptovalute. Per la creazione delle monete virtuali e la loro distribuzione si può fare riferimento a una Initial Coin Offering; in principio le prime Ico vennero proposte per la raccolta di finanziamenti necessari alla creazione di nuove monete digitali. Più tardi lo scopo più importante è stato quello di finanziare le idee imprenditoriali e supportarle in maniera diretta.

Pagare con le valute digitali

Sono tanti i negozi online e i siti web che hanno cominciato ad accettare come strumento di pagamento il Bitcoin e, anche se in misura minore, le altre monete virtuali. In teoria, quindi, le criptovalute possono essere usate per acquistare tutto: per esempio le opere d’arte digitali come gli NFT, i Non Fungible Token, ma anche i terreni virtuali di un videogame. Ma come si fa a pagare un acquisto di questo tipo? C’è bisogno di un cripto wallet, vale a dire un portafoglio virtuale con tanto di chiavi private e pubbliche che occorrono sia per ricevere le monete che per usarle. Le chiavi private vengono utilizzate per firmare le transazioni e sono conosciute unicamente agli utenti, mentre le chiavi pubbliche sono codici conosciuti a chiunque si serva del sistema.

Pro e contro delle criptomonete

Fra i tanti vantaggi che caratterizzano le monete virtuali, uno dei più significativi è legato alla mancanza di commissioni applicate sulle transazioni. Inoltre, questi strumenti di pagamento garantiscono standard di efficienza più elevati e una velocità maggiore, anche per ciò che riguarda le rimesse estere. Certo è che ci sono anche degli aspetti negativi che vale la pena di prendere in considerazione. Un vasto uso delle criptovalute, per esempio, potrebbe innescare dei rischi dal punto di vista della stabilità finanziaria. Inoltre, le valute digitali hanno una connotazione prettamente anonima, e per questo sono attraenti per eventuali criminali, che se ne potrebbero servire per attività illegali come, per esempio, il riciclaggio di soldi sporchi. Mentre sono minimi i rischi correlati alla gestione della politica monetaria, visto che le monete digitali sono ancora poco diffuse, una maggiore attenzione deve essere riservata alla possibilità di imbattersi in una truffa. Il fatto è che allo stato attuale non esiste un quadro giuridico ben delineato che garantisca ai consumatori una tutela in caso di controversie: per esempio, se una condotta fraudolenta dovesse causare una perdita economica. E che cosa potrebbe succedere se la piattaforma di scambio online in cui i wallet personali sono custoditi dovesse cessare la propria attività o fallire? Di garanzie non ce ne sono, così come non si hanno certezze a proposito di una remota eventualità di convertire in moneta ufficiale il Bitcoin e i suoi simili a prezzi di mercato.

Bitcoin: una valuta potenziale

Le criptovalute come il Bitcoin, allo stato attuale, possono essere considerate più che altro come delle monete potenziali, anche perché non sono numerosi i soggetti che le accettano come mezzo di scambio. È probabile che non diventeranno mai delle valute vere e proprie, a causa dei limiti che le caratterizzano. Molti esperti del settore si domandano se quella delle monete virtuali non sia una grande bolla finanziaria. Non si può escludere a priori che un domani le valute digitali vengano utilizzate come mezzo di scambio in misura superiore a quel che avviene oggi, ma c’è da tenere conto delle numerose potenzialità che caratterizzano la tecnologia blockchain (quella che garantisce il funzionamento delle monete virtuali): per esempio i sistemi elettorali, i programmi di sicurezza e le transazioni legali.

Il Litecoin

Oltre al Bitcoin, esistono altre criptovalute che si stanno diffondendo. Una di queste è il Litecoin, che si può considerare nata da una costola del Bitcoin, essendosi diramata nel 2011 dal registro del Bitcoin. Chi l’ha creata, Charlie Lee, aveva intenzione di usufruire di una versione del Bitcoin più rapida, in grado di garantire tempi di transazioni individuali che offrissero una maggiore velocità. Mentre è pari a 21 milioni il numero di unità massime per il Bitcoin, nel caso del Litecoin la soglia prevista è di 84 milioni di pezzi.

L’Ethereum

È più recente, invece, l’Ethereum, che è stato proposto nel 2015 e oggi viene considerato la seconda criptovaluta più importante dopo, appunto, il Bitcoin. Il principio di funzionamento non è molto diverso da quello della rete del Bitcoin, e gli utenti hanno la possibilità di ricevere e di inviare tramite una rete aperta i token che rappresentano un determinato valore: questi token, usati per il pagamento nella rete, sono denominati ether. Il principale utilizzo di ethereum, in ogni caso, è quello relativo alle nft e agli smart contract: si tratta di codici da usare nella blockchain. Ogni anno possono essere emessi al massimo 18 milioni di ethereum: questo vuol dire che l’emissione assoluta resta stabile, mentre di anno in anno la relativa inflazione si riduce.

Come funziona il block mining

Il processo che permette di unire le transazioni nuove in una blockchain in forma di blocchi prende il nome di block mining, e consiste appunto nell’estrazioni di blocchi. È questo il processo attraverso il quale, per esempio, è possibile produrre Bitcoin nuovi, che così andranno a sommarsi alla quantità complessiva di valute in circolazione. Un programma specifico è richiesto per svolgere l’attività di mining, e ha il compito di risolvere puzzle e problemi matematici: in tal modo possono essere convalidate le legittime transazioni che garantiscono la formazione dei blocchi, i quali vengono aggiunti alla blockchain, vale a dire al registro pubblico, più o meno una volta ogni dieci minuti. Nel momento in cui le transazioni vengono risolte dal programma, un certo numero di Bitcoin viene assegnato in premio al minatore. Ovviamente, la velocità dell’hardware di chi fa mining è fondamentale nel processare il problema che deve essere risolto, e quindi influisce sulla probabilità di riuscire a convalidare la transazione in modo da poter beneficiare di una ricompensa in Bitcoin.

…e come funziona la tecnologia blockchain

Si può considerare la blockchain come un elenco di transazioni delle monete virtuali o un registro pubblico decentralizzato. Le transazioni più recenti sono comprese nei blocchi completi, che così possono essere registrati e inseriti nella blockchain. La conservazione avviene in ordine cronologico, e la documentazione è verificabile, permanente e aperta. Le blockchain vengono gestite da una rete peer to peer formata da coloro che partecipano al mercato, sulla base di uno specifico protocollo finalizzato alla convalida di blocchi nuovi. Ciascun computer che è collegato alla rete rappresenta un nodo, e in automatico scarica una copia della catena di blocchi. Così, chiunque ha la possibilità di tenere le transazioni tracciate e non c’è bisogno di registrare a livello centrale le informazioni. La registrazione che viene creata dalla tecnologia blockchain può essere modificata unicamente se tutti i partecipanti alla rete esprimono il proprio consenso. Come detto, il concetto alla base della blockchain ha dato vita a molteplici applicazioni non strettamente correlate alle criptomonete.

Le valute digitali e la crittografia

Le criptovalute funzionano attraverso la crittografia. Questa tecnica in origine fu concepita per poter utilizzare, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dei metodi di comunicazione sicuri, così che fosse possibile trasformare in codici criptati informazioni che altrimenti sarebbero state leggibili facilmente. Con il passare dei decenni, poi, la crittografia moderna ha conosciuto una notevole evoluzione; oggi si fonda soprattutto sulla teoria matematica e sull’informatica, con ripercussioni sul mondo digitale, ma è ispirata anche dall’ingegneria elettrica, dalla fisica e dalla scienza della comunicazione. Le firme digitali e l’hashing sono i due più importanti elementi della crittografia applicati alle monete virtuali.

Le firme digitali e l’hashing

Con le firme digitali, le persone hanno la possibilità di dimostrare di essere in possesso di una porzione di informazione criptata non essendo costrette a svelare questa informazione. Nel campo delle monete digitali, si ricorre a questo sistema per la firma delle transazioni monetarie, in modo che la rete possa avere la dimostrazione che la transazione è avvenuta con il consenso del titolare di un conto. Con l’hashing, invece, si mantiene la struttura della blockchain; inoltre, questo elementi verifica che i dati siano integri e genera i puzzle crittografici senza i quali l’estrazione dei blocchi non sarebbe possibile. L’hashing, infine, cripta le transazioni delle persone e gli indirizzi dei conti.

La produzione delle monete virtuali e il trading

Come ogni altra moneta digitale, anche il Bitcoin è controllato per mezzo di una banca dati di transazioni blockchain, che opera come un registro pubblico distribuito: per questo motivo esso viene ritenuto la prima criptovaluta decentralizzata. Quasi tutte le valute virtuali sono state concepite in modo che la loro produzione sia destinata a ridursi gradualmente: questo vuol dire che in circolazione ci sarà un numero finito di monete. Ecco perché si paragona il Bitcoin ai metalli preziosi come l’oro. Come detto, il funzionamento dell’emissione di Ethereum è un po’ differente da quello dell’emissione di Bitcoin, ma il principio è simile: ridurre il numero di monete virtuali fa sì che esse siano poche, e questo rappresenta un valore. Estrarre i Bitcoin, per esempio, è un compito che diviene sempre più complicato, dal momento che a intervalli di alcuni anni si dimezza la ricompensa, fino a quando non si arriverà a zero. In ogni caso, i CFD permettono di negoziare sui movimenti di prezzo di diverse monete digitali, secondo i principi del trading.

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