Ethereum: che cos’è, caratteristiche e funzionalità
Una blockchain open source e decentralizzata che offre funzionalità di smart contract: è questa, in sintesi, Ethereum, realtà che è stata creata da un programmatore di origini russe di nome Vitalik Buterin nel 2014. Da questa piattaforma è derivata anche una criptomoneta nativa, che è stata denominata Ether, con un valore di mercato davvero alto, inferiore solo a quello di Bitcoin. E in effetti sono numerose le similitudini fra queste due valute digitali, che possono essere oggetto di trading o acquisti.
Valore in tempo reale di Ethereum (ETH)
La storia di Ethereum
La nascita e la messa a punto di Ethereum sono state possibili grazie a finanziamenti che sono stati ottenuti attraverso il crowdfunding, e quindi con risorse provenienti dal basso. Il giorno in cui la rete ha iniziato ufficialmente a funzionare è stato il 30 luglio del 2015. Secondo Buterin, il ricorso a un linguaggio di programmazione più avanzato avrebbe permesso alla tecnologia di blockchain di essere utilizzata anche in settori diversi da quello finanziario, in modo che essa si potesse collegare anche a proprietà, a titoli azionari e ad altri beni del mondo reale. Le applicazioni che sono ospitate sulla piattaforma Ethereum sono immutabili, permanenti e decentralizzate: gli utenti hanno la possibilità di interagire con esse.
La finanza decentralizzata
Grazie alle applicazioni di DeFi (Decentralised Finance, cioè finanza decentralizzata) gli utenti di Ethereum hanno l’opportunità di accedere a un ampio assortimento di servizi finanziari, tra cui il ricorso al prestito di monete virtuali a fronte della concessione di partecipazioni. Le criptovalute possono anche essere prestate a interesse, e per procedere in tal senso non c’è nemmeno bisogno di fare riferimento a una banca, alla borsa o a un broker, che rappresentano gli intermediari finanziari che sono tipicamente coinvolti in questi casi. Con Ethereum è possibile anche scambiare gli NFT, i gettoni non fungibili, che sono creazioni uniche e di conseguenza non intercambiabili. In genere gli NFT sono collegati a opere d’arte digitali, ma possono essere attribuiti a qualunque bene del mondo reale, permettendo la loro vendita in quanto unica proprietà digitale.
Da Ethereum a Ethereum 2.0
Tante monete digitali si servono della blockchain di Ethereum e sfruttano la sua piattaforma per le ICO, le offerte iniziali di monete; è evidente la differenza con parecchi token di utilità o di rete, fungibili per le loro caratteristiche intrinseche, e con il Bitcoin. Nel tempo, poi, Ethereum ha cominciato a integrare una vasta gamma di aggiornamenti, nel contesto del progetto denominato Serenity o Ethereum 2.0. L’intento più importante di questo aggiornamento prevede di permettere alla rete di supportare dati non per 15 transazioni al secondo, come avviene adesso, ma per migliaia e migliaia. Questo traguardo può essere raggiunto attraverso la suddivisione del carico di lavoro in varie blockchain, che secondo il processo sharding operano in parallelo. Tutte queste blockchain, poi, condividono una blockchain che si basa su un protocollo proof-of-stake, in virtù del quale eventuali aggressioni o tentativi di sabotaggio messi in atto da hacker risulterebbero molto complicati e troppo dispendiosi.
Il meccanismo di funzionamento di Serenity
I protocolli proof-of-stke fanno parte di una categoria di meccanismi di consenso per le catene di blocchi il cui funzionamento è possibile attraverso la selezione di validatori in rapporto alla quota di partecipazioni nella moneta digitale associata. La differenza più significativa rispetto ai protocolli proof-of-work è che in questo caso viene consumata una quantità di energia nettamente inferiore. Ma come funziona di preciso Serenity? Tutti i suoi nodi comunicano con i pari, i peer: si tratta di un sottoinsieme della rete di dimensioni limitate. La comunicazione è finalizzata ad accogliere nella blockchain una transazione nuova. I nodi che tendono un elenco delle transazioni nuove sono i minatori, che sfruttano tali transazioni per realizzare dei blocchi nuovi, che vengono spediti alla rete. Nel momento in cui un blocco viene ricevuto da un nodo, viene verificata la sua validità, e lo stesso avviene per tutte le transazioni contenute. A quel punto, il nodo aggiunge alla blockchain il blocco, così che tutte le operazioni possono essere effettuate.
La rete di Ethereum
Quella di Ethereum non è una rete gerarchica, ed è questo il motivo per il quale un nodo ha la possibilità di ricevere blocchi concorrenti, i quali a loro volta possono dare vita a catene concorrenti. Secondo la longest chain rule, cioè la regola della catena più lunga, è indispensabile fare riferimento al sistema che vanta il numero di blocchi più elevato. Tale regola è molto apprezzata, dal momento che i minatori non hanno intenzione di spendere del lavoro computazionale provando ad aggiungere blocchi a una blockchain che poi verrà abbandonata dalla rete. Dal protocollo Ethereum deriva la criptovaluta Ether, che viene offerta ai minatori come ricompensa per il lavoro svolto per aggiungere i blocchi alla catena. I minatori sono motivati a badare alla crescita della blockchain, quindi, sia per le commissioni di transazione che ricevono che per la ricompensa di blocco. Essi, dunque, hanno un incentivo che li sprona a elaborare ulteriori transazioni. Ai fini del funzionamento della Rete, l’Ether risulta pertanto indispensabile.
Che cosa cambia fra l’Ether e il Bitcoin
Il Bitcoin è una moneta digitale e una riserva di valore. Queste due funzioni possono essere svolte anche da Ether, fermo restando che la rete Ethereum permette di realizzare ed eseguire anche i contratti intelligenti e le applicazioni decentralizzate. Gli smart contract permettono di conseguire obiettivi come la riduzione delle perdite da frode e un minor ricorso a intermediari di fiducia; essi, inoltre, permettono di spendere meno per i costi di esecuzione e di arbitrato. La convalida dei blocchi di Ethereum avviene più o meno una volta ogni 12 secondi, mentre nel caso di Bitcoin essa si svolge una volta ogni 12 minuti. Sia Bitcoin che Ethereum vengono estratti in modalità proof-of-work. Gli smart contract di Ethereum hanno il difetto di avere bug evidenti che non possono essere corretti in tempi brevi. Essi, in ogni caso, permettono di documentare azioni ed eventi con rilevanza legale in base alle condizioni di un accordo o un contratto.