Stablecoin: cosa sono e come funzionano
Stablecoin vuol dire, letteralmente, moneta stabile, è una parola inglese formata da due termini: stable e coin, ossia stabile e moneta. Ma stabile rispetto a cosa? Perché si dovrebbe specificare il fatto che una moneta sia stabile? Per scoprirlo è necessario andare oltre la traduzione letterale della parola e fare un excursus nel mondo delle criptovalute.
Stablecoin vs criptovalute
Le stablecoin sono stabili nel senso che non subiscono le oscillazioni tipiche delle criptovalute, fra cui il Bitcoin, dovute dal fatto che queste ultime sono interamente governate dalle dinamiche di domanda e offerta presenti sul mercato. Infatti, tutti gli asset crypto sono caratterizzati da un’ampia volatilità, un indicatore finanziario che esprime l’ampiezza e la frequenza delle variazioni del valore di un asset nel tempo.
La volatilità delle criptovalute in generale è una delle caratteristiche più note di questi asset digitali, basta pensare all’aumento del valore che ha subito Bitcoin dalla sua creazione nel 2009 fino ad oggi. Quando è stato immesso sul mercato, 1 Bitcoin valeva 0,01 dollari, nel tempo ha subito variazioni tali da raggiungere anche picchi di 67 mila dollari per ogni singolo Bitcoin.
Un aneddoto che viene spesso ricordato per illustrare la volatilità propria delle criptovalute è quello che risale al 22 maggio 2010, quando è avvenuta la prima transazione in Bitcoin per l’acquisto di un bene reale, nello specifico, due pizze da Domino’s Pizza. Il ragazzo che fece l’acquisto, un certo Laszlo, spese 10mila bitcoin che, per ordinare 2 pizze presso il punto vendita della famosa catena in Florida. Quel giorno, 10 mila bitcoin valevano circa 41 dollari. Quel giorno è ora noto come “Bitcoin Pizza Day”. Oggi, quelle stesse due pizze, considerando il valore unitario del Bitcoin, costerebbero diversi milioni di dollari.
Questo è il motivo principale per il quale, al momento, le criptovalute non si prestano ad essere un efficace mezzo di scambio: da un lato rappresenta un’opportunità di guadagno, dall’altra un reale rischio di subire ingenti perdite.
Questa volatilità è dovuta principalmente a due fattori:
- Le criptovalute sono una risorsa limitata, in quanto vengono emesse in numero finito;
- Il loro valore dipende esclusivamente dalla richiesta di mercato.
Le stablecoin nascono proprio per limitare questo problema della volatilità, mantenendo comunque le caratteristiche di trasparenza e rapidità delle transazioni tipiche delle criptovalute. Grazie a un sistema di ancoraggio (o pegging) a un bene il cui valore è considerato stabile, le oscillazioni sono ridotte al minimo in quanto avvengono secondo un tasso fisso e controllato da una struttura a livello centrale.
Questa differenza in termini di volatilità è il motivo principale per il quale le criptovalute sono utilizzate soprattutto come investimento, mentre le stablecoin possono anche essere usate come valuta di pagamento.
Macrocategorie di stablecoin
Esistono diverse tipologie di stablecoin le cui caratteristiche dipendono dall’asset a cui sono legate:
- Stablecoin ancorata a una valuta a corso reale (o moneta fiat);
- Stablecoin ancorata a commodities (materie prime o metalli preziosi);
- Stablecoin ancorata a una criptovaluta;
- Stablecoin gestita da un algoritmo.
Stablecoin ancorate a valuta fiat
Una valuta fiat o a corso legale è semplicemente una moneta ufficiale come può esserlo il dollaro americano. Le monete fiat sono controllate dalle banche centrali, che ne garantiscono la stabilità del valore nel tempo.
Il procedimento di emissione di questo tipo di stablecoin avviene in tre step successivi:
- Il capitale nella valuta di riferimento viene accumulato e depositato presso un soggetto terzo;
- Tale soggetto terzo riceverà la nomina di custode del valore depositato;
- Vengono emessi i token corrispondenti al valore accumulato e messi in vendita sul mercato.
I titolari dei token emessi possono cambiare da fiat a stablecoin e viceversa al tasso di ancoraggio stabilito.
Stablecoin ancorate a commodities
Per commodities si intendono asset come petrolio o oro: la stablecoin viene collegata a una certa quantità di quello specifico asset con un tasso di ancoraggio stabile che viene controllato periodicamente per verificare che il rapporto deciso venga rispettato.
Chi possiede il token può convertirlo nella materia sottostante e viceversa.
La Digix Gold Token (DGX) e Paxos Gold (PAXG), sono due esempi di stablecoin ancorate all’oro.
Stablecoin ancorata a una criptovaluta
Questo tipo di stablecoin, per sopperire alla volatilità di cui si è parlato in precedenza, viene garantito da una riserva di criptovalute in numero superiore a quello dei token emessi, così da far fronte ad eventuali oscillazioni di valore. Questo sistema assicura la stabilità con un sistema molto simile a quello delle banche centrali, verso le quali è necessario riporre la propria fiducia: viene meno il concetto di trasparenza e decentralizzazione tipico delle criptovalute.
Stablecoin algoritmiche
Il problema della centralizzazione sollevato dalle stablecoin ancorate a criptovalute viene risolto dalle stablecoin algoritmiche gestite non da un soggetto o un ente specifico ma da un algoritmo che opera in automatico servendosi di smart contract. Il funzionamento si basa su un automatismo grazie al quale vengono emessi nuovi token a fronte di un aumento del valore della moneta di riferimento (generalmente dollari).
La stablecoin algoritmica più diffusa è TerraUSD (UST), che opera sulla blockchain di Ethereum e ha l’obiettivo di conservare un rapporto 1:1 con il dollaro senza una riserva di dollari depositata a garanzia, ma grazie all’uso di un secondo token detto di governance: Terra (LUNA) in modo tale che lo scambio tra questi due token possa bilanciare il prezzo e mantenerlo stabile.
Quali sono i vantaggi e i rischi nell’uso delle stablecoin
Gli asset tradizionali sono considerati stabili, mentre quelli digitali sono associati al concetto di flessibilità.
Tuttavia, gli asset digitali come le criptovalute godono di indiscutibili vantaggi come la trasparenza, la decentralizzazione e rapidità di scambio a cossi più bassi rispetto alle transazioni bancarie. Tutto questo a prezzo dell’ampia volatilità.
Grazie all’introduzione delle stablecoin, finalmente è possibile usare un asset digitale come reale mezzo di scambio e riserva di valore, grazie alla loro bassa volatilità che dipende dall’ancoraggio a un altro asset pur mantenendo i vantaggi principali delle criptovalute sopra elencati.
Inoltre, a differenza delle valute legali, la custodia e lo scambio di stablecoin è estremamente sicura e abbassa i rischi di andare incontro a transazioni false e a furti.
D’altra parte come ogni asset digitale, anche le stablecoin non sono esenti da rischi, fra i quali si trovano:
- nessuna garanzia di mantenimento dell’ancoraggio;
- Perdita della caratteristiche di decentralizzazione e trasparenza, proprie delle criptovalute;
Le stablecoin più diffuse
Nel tempo le stablecoin sono aumentate a dismisura, grazie alle caratteristiche appena elencate che le rendono ideali per veri scambi di valore. Di seguito una lista delle più popolari.
USDT: la più utilizzata delle stablecoin
Una delle stablecoin più utilizzate è la Theter (USDT), che ha a garanzia un deposito in dollari che mantiene il rapporto di ancoraggio pari a 1:1. Grazie a questa caratteristica Theter è stata definita il dollaro digitale d’America da Bloomberg nel Crypto Outlook di giugno 2021.
USDT (Tether) è nata nel 2014 dall’exchange Bitfinex e usa la blockchain di Ethereum. Attualmente, la gran parte delle operazioni che usano stablecoin sono realizzate con USDT: nel 2021, più del 50% del volume giornaliero totale. USDT può essere sempre creata depositando dollari per un importo equivalente, e riconvertita in dollari su Bitfinex.
USDC: la stablecoin di Coinbase
USDC è un token ERC20 sviluppato su Ethereum, creata da Coinbase e ancorata al dollaro americano, questo significa che è garantita al 100% dai dollari.
Un’altra garanzia di USDC è il fatto che, Coinbase, vuole quotare USDC in borsa, il che presuppone uno stretto controllo sul suo bilancio: la SEC (Securities and Exchange Commission), l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori, verificherà con attenzione tutti i conti di Coinbase, incluso, ovviamente, ciò che riguarda USDC.
A fronte di queste garanzie che la rendono un ecosistema rigido che gode di ottima reputazione c’è il piccolo svantaggio che riguarda il costo delle commissioni, che sono elevate a causa dell’ecosistema Ethereum nel quale si sviluppa.
BUSD: la stablecoin di Binance
BUSD è un token sviluppato da Binance in ambiente BEP e coperto al 100% da dollari americani. Inoltre è stato approvato dal New York State Department of Financial Services.
BUSD è molto conosciuta e, grazie all’ambiente di sviluppo, ha anche commissioni molto ridotte ma viene meno al patto di decentralizzazione delle criptovalute in quanto è controllata centralmente da Binance.